Da anni l’amministrazione capitolina ha imposto un limite di 30 km/h in alcuni tratti di strade importanti di Roma, a causa delle condizioni disastrose del manto stradale. Fra questi, un pezzo della Via Aurelia, la Strada Statale n°1 (!?) al km 9 in direzione della capitale. Qui le radici dei platani che dividono la carreggiata hanno creato avvallamenti pericolosissimi sulla corsia di sorpasso. Il limite di velocità di 30 km/h doveva essere una misura temporanea… Sono passati già più di due anni e non è stato fatto ancora nulla per eliminare quelle sconnessioni. Si aspetta che ci scappi il morto?
Che le strade di Roma siano un disastro è sotto gli occhi di tutti, da moltissimi anni. Ma ci sono tratti di strade importanti che sono in condizioni veramente indecenti e creano pericoli quotidiani ai cittadini. E soprattutto ai motociclisti. Ci sono già stati molti incidenti mortali causati dalle condizioni dell’asfalto che hanno coinvolto i motociclisti. E altri ce ne saranno se si continuerà a non porre rimedio almeno alle situazioni più drammatiche. Ciò che si vede, ad esempio, al chilometro 9 della via Aurelia (la Strada Statale numero 1) è assolutamente inaccettabile in un Paese civile. In quel tratto l’asfalto ha sconnessioni di dimensioni inaudite causate dalle radici dei platani che si trovano al centro della carreggiata.
Gli automobilisti che arrivano a Roma percorrendo quella strada vengono avvisati da un piccolissimo e non certo molto visibile cartello giallo che indica un inaspettato limite di velocità di 30 km/h. E subito dopo comincia lo slaloom fra buche e asperità che anche affrontate a 30 km/h possono spaccare gomme, cerchi e sospensioni di qualsiasi auto… Figuriamoci cosa può succedere ad una moto!
I cittadini ormai sono abituati e arrivati in quel punto chi è in corsia di sorpasso stringe verso destra (manovra questa comunque pericolosa) sfiorando i veicoli che procedono sulla prima corsia. Ma se un motociclista distratto prova ad affrontare anche a velocità ridottissima quella prova speciale da Parigi Dakar si ritrova sicuramente a volare fra i platani o sul cofano di un’auto che lo affianca!