Motospia

La pista è un luogo magico, che può spaventare se non ci sei mai stata e spaventava anche me prima di cominciare a conoscerla ma, una volta fatto il “primo giro”, non vedo l’ora di farne un altro. Sono anni che giro in pista e vi posso garantire che questa esperienza di guida saprà regalarvi emozioni impagabili, insegnarvi molto sulla vostra moto e…su voi stesse!

Ho da sempre una passione sfrenata per le moto, guido da quando ho 15 anni ma la pista non mi aveva mai attirato: pensavo fosse noioso percorrere sempre le stesse curve, come un pesce nella boccia.
Poi, durante un corso di perfezionamento alla guida che prevedeva una sessione in circuito, ho inaugurato la prima saponetta ed ho iniziato il mio percorso in questo mondo adrenalinico!
Con questo intervento vorrei condividere con voi le mie esperienze in un decalogo che, mi auguro, potrà convincere chi di voi non è mai stata in pista ad affrontarla per la prima volta e possa essere utile anche a chi di voi in pista ci va già.
Prima di tutto, perché andare in pista? I motivi sono molti ma, i più importanti per me, sono legati alla sicurezza. La pista è un ambiente sicuro, in cui non ci sono auto, stop o tombini, nessuno che affronta la curva contromano e ci sono i commissari, i medici e l’ambulanza di cui speri di non aver bisogno, ma ci sono in caso di necessità. In pista possiamo migliorare la nostra confidenza con la moto, abituare occhi e riflessi a velocità più elevate e cercare in sicurezza i nostri limiti e quelli della nostra moto:ne beneficerà anche la nostra confidenza con la guida quotidiana sulle strade.

1) La moto

Possiamo noleggiarne una (spesso direttamente in circuito) oppure utilizzare la nostra. Quale che sia la scelta, la moto deve essere sempre a punto e, soprattutto, prestate particolare attenzione a:
• Stato e tipo degli pneumatici: se i nostri sono in buono stato possiamo utilizzarli per le prime uscite ma, se dobbiamo cambiarli, preferiamo un modello sportivo stradale potremo godere anche in strada. Non facciamoci tentare, finchè non saremo abbastanza esperte e veloci, da pneumatici “in mescola” da pista perchè sono specialistici e lavorano solo ad alte temperature cioè, per avere il grip perfetto, vanno portati in temperatura (le coperte termiche che vedete sugli pneumatici delle moto in griglia di partenza nelle gare hanno questo scopo) e vanno mantenuti in temperatura durante l’uso in pista. Alle prime uscite, quasi sicuramente, non riusciremo a farli lavorare a dovere e, quindi, non solo faremo più fatica, ma avremo meno grip (e meno sicurezza!) che con uno pneumatico stradale.

• Freni: controlliamo l’usura delle pastiglie dei freni, il livello ed il colore del liquido dell’impianto frenante. In pista stresseremo l’impianto frenante ben oltre il normale utilizzo su strada, con frenate forti e ripetute. Un problema al liquido del circuito compromette l’efficienza dei freni: pinziamo la leva del freno e la moto non rallenta! Non abbiate timore di farvi aiutare dal meccanico di fiducia, con la sicurezza non si scherza.
• Specchietti: smontiamo gli specchietti e, se non fosse possibile, chiudiamoli e nastriamoli per coprirli perché, in pista, non dobbiamo avere la tentazione di guardarli. Facciamo lo stesso per i fari che vanno oscurati e protetti con uno scotch (meglio selacia pochi residui di colla, come il nastro americano) Entrambi sono accorgimenti di sicurezza, per lo più obbligatori anche per evitare lo spargimento di vetri in pista in caso di caduta.
• Altezza leve: regoliamo con attenzione l’altezza delle leve di freno e frizione che, se sono alte, possono darci fastidio nella guida in pista: simuliamo una posizione da rettilineo e cerchiamo il punto che ci risulta comodo per capire a che altezza regolarle.

2) Dotazioni di sicurezza obbligatorie

Anche per le protezioni del pilota, se ci manca qualcosa e non vogliamo acquistarlo, in genere possiamo noleggiarlo (come si fa per gli sci e scarponi in montagna). Io mi proteggo sempre quando vado in moto, sia in pista che per una gita sul lago, ma torniamo alla nostra mise per affrontare la pista con una raccomandazione: controllate che tutte le nostre protezioni siano omologate cercando il marchio CE:
• Tuta in pelle intera o divisibile, purché giacca e pantalone siano complementari e agganciati tra loro con una cerniera robusta (controllate le regole dei circuiti perché, i maggiori, a volte permettono solo la tuta intera)

Casco integrale, meglio se con chiusura a doppio D (anello), che deve aderire bene alla nostra testa ed essere chiuso correttamente, non deve muoversi.

Guanti in pelle con protezioni su nocche e palmi, meglio se “lunghi”.

Paraschiena integrato nella tuta o da indossare con le spalline ma, importantissimo, che ci copra dalla nuca al coccige

Paraschiena Dainese Manis

Stivali in pelle specifici con protezioni (no scarponcino)

3) Come raggiungere la pista?

Possiamo andarci direttamente in moto, ma personalmente lo sconsiglio. Intanto perché dopo un’intera giornata in pista saremo stanchissime e, se non siamo molto vicine, tornare a casa guidando la moto sarà davvero dura. Inoltre, andando al circuito, basta una scivolata banale per rompere una leva e, in questo caso, non potremo scendere in pista né tornare a casa. La soluzione domestica è il carrello ma, a questo punto, necessitiamo di un’auto con il gancio traino. Una valida alternativa è noleggiare un furgoncino. Oggi i costi dei noleggi sono convenienti e, se lo scegliamo abbastanza grande, possiamo caricare due moto e dividere la spesa con un’amica! Controlliamo sempre gli ingombri delle nostre moto e lo spazio utile per il carico, per essere sicure che ci stia tutto.

4) Che pista scegliere?

Per la prima (o le prime) uscite sono più indicati i circuiti “piccoli” dove la velocità media non è troppo elevata per prendere confidenza con uno stile di guida molto diverso da quello stradale. Se abbiamo una naked media o un motard possiamo azzardare anche motodromi come quelli di Castelletto di Branduzzo (50€ la mezza giornata) oppure Ottobiano (per citarne due nel nord Italia) ma, se abbiamo una cavalleria importante o una supersportiva carenata, è meglio spostarci su autodromi come il Riccardo Paletti a Varano de’ Melegari o il Tazio Nuvolari a Cervesina (dai 90€ in su). Il circuito di San Martino del Lago, molto in voga negli ultimi anni, è già piuttosto veloce e, quindi, potrebbe risultare difficile come primo approccio così come l’autodromo di Franciacorta a Castrezzato che, sebbene non sia un circuito “velocissimo”, è tecnico ed impegnativo. Sul sito internet dei circuiti trovate il calendario delle prove libere e i contatti degli organizzatori, oltre al disegno ed alle misure del tracciato.
Io vi suggerisco di approcciare la pista con un corso dedicato, come ho fatto io ma, se preferite un percorso da autodidatta e non volete fare una giornata di corso, vi segnalo che ci sono alcuni organizzatori (come Motorace, ad esempio) che anche nelle giornate di prove libere propongono (a volte compreso nel prezzo, altre con un piccolo sovrapprezzo) l’assistenza di un istruttore che spiega il circuito, le traiettorie corrette e che vi accompagna in pista per qualche giro. Questa soluzione è un buon compromesso e, secondo me, un must se si tratta della prima uscita.

5) Che “formula” e che giorno scegliere?

Se possiamo andare in settimana è meglio, i circuiti sono meno affollati ma, se siamo costrette al weekend, scegliamo il sabato. Quando prenotiamo una data, soprattutto se si tratta una costosa giornata intera, meglio fare l’assicurazione pioggia e imprevisti personali che spesso gli organizzatori offrono inclusa nel prezzo, o con un piccolo extra… non si sa mai.

Le formule più comuni per vivere l’esperienza in pista sono 3, ecco i pregi e i difetti:
Open Pit Lane (OPL) – significa che possiamo entrare e uscire dalla pista quando vogliamo: non abbiamo l’ansia dell’orologio e possiamo gestirci in base al nostro fisico e alle nostre emozioni. Quando entro per la prima volta nella giornata ad esempio, l’adrenalina è sempre molto alta ed esco dopo pochi giri, 4 o 5, per riprendere fiato e abituarmi gradualmente al tracciato. Alcuni organizzatori danno la possibilità di prenotare 2 ore di OPL la mattina e 2 al pomeriggio, soluzione che preferisco per riposarmi tra una sessione e l’altra e goderle al massimo; se ciò non fosse possibile, è da preferire la mattina che è meno affollata e più fresca, meno stressante. I difetti di questa formula sono principalmente due: il primo è che, se per qualsiasi motivo non finiamo la giornata (non stiamo bene o abbiamo rotto una leva), abbiamo pagato in anticipo e non avremo rimborso; il secondo è che, non essendo divisa per capacità, troviamo in pista sia chi è alle prime armi che i motociclisti più esperti che ci passeranno sulle orecchie (ma in genere non sono un problema perché, avendo a disposizione tutto il giorno, si prenderanno il tempo e lo spazio di superarci in sicurezza).
Divisione in turni semplice – non la scelgo mai perché, in genere, si tratta di turni da 20 minuti che per me sono troppo lunghi: vi assicuro che 20 minuti di guida tirata in pista sono davvero stancanti! Possiamo anche uscire prima, ma avremo l’impressione di aver buttato dei soldi. Altro svantaggio è quello di avere un orario fissato per il turno: questo significa che se non siamo al top della forma in quel momento e, non ci sentiamo di entrare, avremo perso i soldi del turno. Infine, non essendo divisi per capacità, troviamo anche motociclisti molto più esperti (come nel caso della OPL) che, con questa formula, con l’ansia dei “soli” 20 minuti, cercheranno di superarci in ogni condizione, anche la meno sicura.
Divisione in turni per capacità con cronometraggio obbligatorio – un’ottima soluzione per girare in tranquillità e sicurezza poichè i turni sono divisi per livelli di velocità dei piloti e vengono puntualmente controllati con i trasponder: se qualcuno fa il furbo e si infila in turni più lenti, o più veloci, viene spostato dagli organizzatori per garantire una certa omogeneità e quindi miglior fruizione della pista. Certo, resta anche qui lo svantaggio dell’orario fisso, nel caso non ci sentissimo di entrare in quel momento.
Se, come me, soffrite di pressione bassa e possono esserci momenti in cui dovete stendervi e non potete guidare, vi suggerisco la tranquillità della formula Open Pit Lane.

6) Pronti via, cosa mi porto?

Se si prospetta una giornata molto calda è meglio investire qualche euro extra e prenotare un posto ai box o, se lo abbiamo, portiamoci un gazebo che ci aiuterà a proteggerci dal sole. Personalmente poi, non dimentico mai:
• Sottotuta: non sottovalutiamolo, ci aiuterà a restare fresche, a non incollarci alla tuta e ci proteggerà da abrasioni e screpolature. Meglio se in microfibra o tessuti tecnici traspiranti, deve aderire bene ed essere comodo come una seconda pelle. Se non vogliamo investire in un capo specifico per la pista, le magliette tecniche per correre (vedi Decathlon) vanno benissimo; ricordiamoci anche i pantaloni. Io non rinuncio, poi, al sottocasco in seta, ma va a gusti.
• Biancheria di ricambio, reggiseno incluso, ed asciugamani perché, quando avremo finito, saremo da strizzare dalla testa ai piedi!
• Ciabatte (un sollievo dagli stivali!) e il necessario per farsi la doccia,ammesso che la struttura abbia questo servizio, perché dopo una giornata a mille sarà un vero toccasana per tornare a casa più fresche e riposate.
• Acqua, integratori e tè. Perderete moltissimi liquidi e dovrete reidratarvi, il tè ha il vantaggio di essere buono anche se si dovesse scaldare. Non cedete a bevande ghiacciate quando siete molto accaldate, potreste stare davvero male.
• Carta igienica
• Sedia pieghevole, molto utile per vestirci (10€ da IKEA).

7) Arrivate: e adesso?

Per prima cosa dobbiamo registrarci (ricordiamoci la patente!), poi facciamo un salto dal gommista (informiamoci prima se è presente in pista) per regolare la pressione degli pneumatici, se non l’abbiamo già fatto a casa. La pressione corretta è fondamentale per riuscire ad andare in pista al meglio e in sicurezza, ricordiamoci che gli pneumatici sono l’unico contatto tra la moto e la pista. Non abbiate timore di chiedere alla casa produttrice dei vostri pneumatici, scrivendo una mail al servizio clienti, la pressione consigliata per un uso amatoriale in pista. Una volta finita la sessione, ricordiamoci di riportare la pressione degli pneumatici al valore per un uso stradale (andranno confiati). Infine, non dimentichiamo di fare il pieno di benzina alla moto prima di arrivare al circuito e, se possibile, potriamoci una tanica di scorta poiché praticamente nessun circuito ha un distributore interno…

8)E ORA SI PARTE…brief sicurezza e via!

Comportamento di base in pista e brief sicurezza – i migliori organizzatori fanno un brief sulla sicurezza la mattina, prima dell’apertura della pista, con partecipazione obbligatoria, pena il divieto di accedere alla pista. Seguitelo con molta attenzione e, se avete ancora dei dubbi, non siate timide e chiedete chiarimenti senza temere di fare una domanda che potrebbe sembrare banale per i più esperti.

Se non ci fosse un brief, queste sono le regole di base da seguire sempre:
• Ingresso – controlliamo di aver tutto l’abbigliamento ed il casco ben allacciato (a volte il nervosismo fa brutti scherzi!) e rechiamoci ai cancelli di ingresso della pista dove verificheranno il braccialetto del turno. Una volta passati i cancelli entriamo nella Pit Lane, la striscia di asfalto davanti ai box che ci immette nel circuito, in genere lungo il rettilineo principale. In Pit Lane andiamo piano e, quando iniziamo a costeggiare il circuito vero,proprio ci giriamo (bene!) per guardare il traffico in pista: se è libera possiamo immetterci, se non lo fosse dobbiamo rallentare e lasciare passare le altre moto prima di entrare. Attenzione anche a chi ci precede in Pit Lane per evitare un tamponamento! Chiudiamo la visiera del casco quando siamo ancora in Pit Lane così che, una volta in accelerazione per immetterci in pista, non avremo altre distrazioni.
• Primi giri – i primi 2 o 3 giri pieghiamo poco perché le gomme dovranno scaldarsi: iniziamo quindi a frenare ed accelerare con decisione a moto dritta, prima e dopo le curve (non in punti a caso della pista!). Approfittiamone per guardare dove sono i commissari, dove si trova la corsia di uscita dalla pista ed iniziare a studiare le traiettorie migliori. Ricordiamoci di respirare! Sembra banale ma, vi assicuro, dopo il primo giro vi accorgerete di essere in apnea per la tensione.
• Mai fermarsi – qualunque cosa accada non dobbiamo mai fermarci in pista. Se abbiamo dei problemi alziamo il braccio, rallentiamo e, col braccio alzato, cerchiamo di raggiungere l’uscita restando il più possibile fuori traiettoria. Fermarsi è vietato e pericoloso! Se non riusciamo a raggiungere l’uscita, imbocchiamo una via di fuga (spesso è il prato) ed adiamo verso le barriere dove attenderemo i commissari.
• Se vediamo cadere altri piloti non dobbiamo mai e poi mai fermarci ad aiutarli, per questo ci sono i commissari.
• In caso di caduta lasciamo la moto e dirigiamoci verso le barriere più vicine ed attendiamo i commissari. Se cadendo siamo ancora dentro la pista, giriamoci verso le moto che stanno arrivando e, se non arriva nessuno, usciamo dalla pista velocemente e andiamo verso le barriere; se non riusciamo ad uscire prima che arrivino altre moto cerchiamo di renderci il più possibile visibili, alzandoci in piedi con le braccia verso l’alto e restiamo ferme,ci muoveremo per uscire solo quando saranno passate le moto. La pista è sicura per un pedone solo quando è libera.
• Bandiere – i commissari comunicano con noi con le bandiere e, perciò, è molto importante conoscere il loro significato ed agire di conseguenza.


1) Bandiera gialla: la più comune, viene sventolata quando c’è un problema (qualcuno in panne a bordo pista o fuori dalla curva, un oggetto sul tracciato ecc..). Dobbiamo rallentare (non inchiodare!) e non possiamo superare finché non passeremo il tratto interessato (per cui sventolerà bandiera verde). Attenzione, potremmo trovare la pista sporca.
2) Bandiera rossa: il turno è sospeso. Dobbiamo rallentare ed uscire perché c’è stata una caduta (o un problema) che richiede la pista libera per permettere all’ambulanza di intervenire. Non freniamo bruscamente, perché chi ci segue potrebbe non aver ancora visto la bandiera e tamponarci.
3) Bandiera a strisce gialle e rosse: asfalto con problemi di aderenza, quindi rallentiamo e stiamo attente.
4) Bandiera blu: indica che dobbiamo agevolare il sorpasso di chi sta dietro di noi. Non dobbiamo fare niente, non cambiamo traiettoria perché, chi ci deve sorpassare, ha già deciso da che parte farlo e, se cambiamo linea all’ultimo, potremmo scontrarci.
5) Bandiera nera o nera con cerchio interno arancione: significa che dobbiamo uscire, probabilmente abbiamo problemi alla moto di cui non ci siamo accorte. Rallentiamo e raggiungiamo l’uscita col braccio alzato stando fuori traiettoria.
6) Bandiera a scacchi: significa che il turno è finito, completiamo il giro ed usciamo.
• Traiettorie: non cambiamo mai la nostra traiettoria una volta impostata. Se sentiamo una moto alle nostre spalle che ci vuole passare non dobbiamo preoccuparcene né spaventarci ma, è importante per la sicurezza di tutti, non cambiare la nostra linea di guida: più il nostro comportamento sarà prevedibile e più sarà sicuro per noi e per chi ci sta per sorpassare. Ricordiamoci che la moto va dove guardiamo: non guardiamo vicino, cerchiamo di guardare sempre lontano, all’uscita della curva e prepariamoci in anticipo per la curva successiva.
9) Come muoversi sulla moto in pista – in pista ci si muove molto sulla moto (se ne accorgeranno i vostri muscolo il giorno successivo!) e sulla sella non ci si siede quasi mai. E’ come una danza a due con la moto: ci muoviamo in sintonia per inanellare una curva dopo l’altra. Ricordiamoci di non “appenderci” mai alla moto: la moto va “spinta” e non “tirata” nelle curve e le nostre gambe hanno un ruolo attivo e fondamentale nello stabilizzarci.
• Posizione in sella e baricentro:
1) Rettilineo – stiamo in carena, ovvero il più possibile incollate col busto al serbatoio: gomiti stretti, polsi dritti che impugnano saldamente le manopole (senza aggrapparsi ad esse), piedi appoggiati centralmente alle pedane, sedere arretrato.
2) Staccata – alziamo il busto dal serbatoio e, solo dopo, iniziamo a frenare: stendiamo le braccia lasciando i gomiti leggermente flessi (non bloccati), attiviamo bene le gambe tenendo stretta la moto tra le cosce e con i piedi saldi sulle pedane, il sedere è bene indietro sulla sella; tutto in noi deve contrastare la forza di inerzia che ci spinge in avanti mentre freniamo o finiremo sul cupolino.
3) Ingresso in curva – finita la fase più forte della frenata iniziamo a preparare la curva. Immaginiamo una curva a destra: spostiamo il sedere in modo che solo il gluteo sinistro resti sulla sella e spostiamo il piede destro per premere sulla punta della pedana con la punta del piede, girando il tallone verso l’interno ed aprendo il ginocchio. Per entrare in curva iniziamo a spingere sul manubrio destro mentre usciamo con le spalle per riportarle in linea con il bacino e ci abbassiamo con il busto verso il serbatoio portando la testa verso la manopola destra. Cerchiamo di non “avvitarci” su noi stesse: un errore comune tra i neofiti della pista è quello di uscire con i glutei più che con le spalle con una conseguente torsione e minor controllo della moto. A centro curva avremo quindi la gamba sinistra abbastanza distesa, che ci sostiene stando aderente alla moto, mentre il braccio sinistro sarà quasi disteso e molto vicino al serbatoio; il baricentro è fuori dalla sella, con il peso sul lato destro della moto, e carichiamo la pedana con la gamba flessa ed aperta ed il braccio destro è flesso.. Un suggerimento: nell’intimità di casa, cercate di provare questa posizione con la moto sul cavalletto (simulando quindi una curva a sinistra) e cercate di allenarla passando dalla posizione del rettilineo a quella del centro curva. Vedrete, vi verrà naturale dopo pochi tentativi, è più facile a farlo che a raccontarlo!
4) Uscita di curva – quando vediamo l’uscita iniziamo ad aprire il gas, raddrizzando la moto ma restando ancora “fuori”, per poi ritornare gradualmente in sella nella posizione del rettilineo.
• Traiettorie – cerchiamo di usare sempre tutta la pista. Nella fase di staccata stiamo sul margine esterno, rispetto alla curva che affronteremo, per poi spostarci verso il cordolo interno man mano che affrontiamo la curva fino a trovarci al limite interno nel punto di corda; quando siamo in vista dell’uscita della curva, e riprendiamo in mano il gas, iniziamo ad allargare verso l’esterno. Uno degli errori più frequenti tra i neofiti della pista è l’anticipo del punto di corda: cerchiamo quindi di ritardare l’ingresso, rispetto a quanto ci verrebbe istintivo fare (ma senza cadere nell’errore opposto), e di chiudere la traiettoria sul cordolo interno dopo la metà della curva, quando già vediamo l’uscita. Non è immediato e ci vuole pratica, non abbiate fretta e giro dopo giro vi verrà naturale.

Spero di avervi fatto venire la voglia di provare l’esperienza della pista!
Quando l’avrete provata, credetemi, avrete una maggiore confidenza con la vostra moto e con voi stesse, sarete più preparate e vi sentirete più sicure per gestire gli imprevisti che potranno capitarvi tutti i giorni percorrendo le strade aperte!

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