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Prezzi pneumatici convenienti: spesso c’è evasione IVA

prezzi pneumatici

Da diversi anni ci siamo abituati a comprare pneuamatici (auto e moto) a prezzi superscontati. Li troviamo online, ce li spediscono dove vogliamo, e alla resa dei conti non è difficile riuscire a risparmiare un buon 20-30% sui prezzi di listino. Soprattutto su quelli “top di gamma” dedicati alle supersportive. Ma fate attenzione, perché forse dietro c’è un giro di evasione fiscale.

Sui prezzi dei pneumatici c’è sempre stata molta confusione e questo, dispiace dirlo, è anche colpa dei costruttori. Perché invece di fare un listino chiaro, al pubblico, hanno sempre lavorato con un listino “semiclandestino” al rivenditore, che poi vende al prezzo che vuole (entro certi limiti, naturalmente).

Oggi il costo di un treno di gomme racing top di gamma ufficialmente o ufficiosamente dovrebbe essere superiore ai 400 euro. Cioè il prezzo che paga, ad esempio, chi si rivolge al servizio in pista di diversi trofei o campionati italiani. 

In rete o attraverso diversi distributori, si può invece acquistare lo stesso treno di gomme a prezzi che oscillano (a seconda del periodo) dai 280 ai 350 euro. Una differenza che oscilla sempre fra il 20 e il 30%!

Tanti soldi risparmiati. Troppi, per non avere la tentazione di approfittarne. Però è bene sapere che spesso (non sempre, sia chiaro), dietro a questi prezzi, si possono nascondere tre insidie: evasione fiscale, gomme vecchie, gomme “leggermente difettate”.

Partiamo dal fenomeno più grave, quello dell’evasione fiscale.  

Il fenomeno dell’evasione IVA sui pneumatici sta assumendo proporzioni molto elevate.

Quando compriamo un pneumatico da un rivenditore serio, paghiamo il 22% di IVA e una tassa che si chiama PFU (Pneumatico Fuori Uso). il PFU è un contributo anticipato per lo smaltimento del pnueumatico quando sarà da buttare via. Un contributo ambientale per la gestione del rifiuto.

Ogni anno in Italia ci ritroviamo a smaltire 350.000 tonnellate di pneumatici con PFU regolarmente pagato, e circa 30.000 tonnellate di pneumatici senza PFU… Ciò significa che circa il 10%  dei pneumatici in circolazione hanno evaso la PFU, quindi presumibilmente anche l’IVA.

Il danno, oltre che economico, è anche ambientale. I consorzi di smaltimento non sono infatti obbligati al recupero di quantità superiori al valore dei contributi ricevuti.

Una discarica abusiva nei pressi di Madrid con 75.000 tonnellate di pneumatici smaltiti abusivamente.

Si calcola che nel 2017 (ultimi dati disponibili) l’evasione totale sui pneumatici (auto e moto) sia stata di circa 80 milioni di Euro.

Il meccanismo con cui viene attuata questa frode è quello classico delle triangolazioni. Chi vende emette fattura di aspetto regolare (IVA e PFU compaiono nel documento che accompagna i pneumatici venduti online) ma poi “dimentica” di versarli all’erario.  Solitamente i siti da cui parte tutto sono registrati all’estero (Germania, Belgio e USA i paesi più gettonati). Questa “cartiera” vende in Italia ad un prezzo molto basso con “regolare” fattura. Si fattura tanto e in beve tempo, e poi la società emittente scompare senza aver versato le tasse dovute all’erario, per lasciare il posto ad una nuova entità che farà lo stesso gioco…

Attenzione perché dal 2012 la responsabilità è anche di chi compra.

Chi ha sempre operato correttamente ha fatto giuste pressioni sul governo, tanto che un decreto del Ministro delle Finanze del 31/10/2012 (G.U. n. 282 del 03/12/2012) dispone la solidarietà del cessionario. Significa che un operatore economico che acquista pneumatici da un’azienda che ha evaso l’IVA nell’importare o nell’acquistare sul mercato interno i pneumatici oggetto della transazione sarà corresponsabile dell’evasione perpetrata a monte.

In sostanza anche l’acquirente un domani potrebbe essere chiamato a rispondere della frode. Su quali basi? Per poter essere chiamati in causa, devono verificarsi due presupposti. Il primo è che si deve essere in presenza di cessioni di pneumatici a prezzi inferiori al valore normale (e questo, come abbiamo visto, si verifica sempre). Il secondo è che il cedente (chi vende) non procede al versamento dell’IVA relativa a tali cessioni.

In caso di verifica fiscale, quindi, chi ha comprato con fatture a prezzi evidentemente bassi, rientra automaticamente nel quadro previsto da questo decreto per poter essere chiamato a risponderne quanto chi ha evaso l’IVA. Insomma, il rischio è che risparmiamo oggi, per dover poi pagare domani… E magari con qualche multa in aggiunta!

Non basta. Nell’ordinamento italiano esiste anche una disposizione di natura penale rubricata come “incauto acquisto” art.712 c.p.. Tale norma prevede che “Chiunque, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquista o riceve a qualsiasi titolo cose, che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per la entità del prezzo, si abbia motivo di sospettare che provengano da reato, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda non inferiore a dieci euro” Il concetto è semplice: se per il prezzo che ti era richiesto potevi renderti conto che la messa in commercio di quel prodotto è avvenuta in frode a qualche legge o tributo, allora avrai anche delle conseguenze penali perché con il Tuo comportamento stai indirettamente favorendo un commercio illecito.

Per evitare questo giochino (che non avviene solo nel settore pneumatici, sia chiaro) la Comunità europea sta varando una norma che modifica la raccolta dell’IVA spostandola dal Paese di destinazione al Paese di origine.

In sostanza la proposta, che deve ancora essere definita e approvata, prevede la raccolta dell’IVA da parte del Paese di origine che poi la verserà al Paese di destinazione, sulla base della sua aliquota. Questo renderà tutto più difficile ai truffatori.

Si pensa che la norma possa entrare in vigore non prima del 2022.

Non solo IVA e PFU da tenere in considerazione nel valutare i prezzi dei pneumatici.

Altri motivi per cui le gomme offerte possono avere un prezzo molto basso sono: l’anno di fabbricazione e la qualità scarsa.

Sull’anno di fabbricazione (il cosidetto DOT) c’è da fare una precisazione: non è detto che una gomma che abbia 2-3 anni sia da buttare o inefficiente. Per una moto stradale non supersportiva, potete tranquillamente fidarvi a montare gomme vecchio fino a 4-5 anni, se sono state conservate in magazzini asciutti e costruiti a norma… 

Un pneumatico con DOT 1814. Significa che è stato costruito nella 18.ma settimana del 2014.

Per il discorso della qualità, c’è da rilevare che i costruttori più seri effettuano un controllo qualità severo al termine del processo di produzione, e tendono a scartare fino al 5% dei pnuematici prodotti per diverse ragioni (ad esempio perché non sono ben bilanciate). Queste gomme dovrebbero essere eliminate dal circuito commerciale, ma chissà perché c’è sempre qualche grande rivenditore che riesce a comprarne stock consistenti e rimetterli sul mercato. Ma da questa situazione diventa davvero difficile difendersi.

Insomma, in mondo del pneumatici moto è una mezza giungla. Ma siamo sicuri che tanti di questi problemi si risolverebbero se sul nostro mercato i produttori praticassero prezzi un po’ meno esagerati su certi prodotti di punta. Insomma, diventa difficile capire perché su certi mercati (gli USA per esempio), il top di gamma di tutti i costruttori costi mediamente il 30% in meno.

I prezzi dei pneumatici al pubblico, infatti, potrebbero essere ben più bassi di quelli praticati dai rivenditori. Pensate che il costo industriale di una gomma moto non supera i 2 euro al chilo, e inoltre le Case motociclistiche per le gomme di primo equipaggiamento pagano ai costruttori di pneumatici un prezzo che è circa un quarto di quello praticato al pubblico! E anche su quelle gomme i costruttori di pneumatici hanno comunque un guadagno.

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