PEDAGGIO MOTO
I CONTABILI DELLE AUTOSTRADE NON SANNO FAR DI CONTO
Molto entusiasmo per le novità riguardanti i motociclisti che utilizzano l’autostrada per muoversi, ma … è meritato?
Era una mattina di un giorno lavorativo, tablet e caffè prima di uscire mi hanno preso più del solito facendomi anche tardare un attimo. Non il caffè, capiamoci, era ciò che stavo leggendo ad avermi rapito. Una proposta, una richiesta, una necessità che qualcuno aveva finalmente avuto il coraggio di esternare: il pagamento del pedaggio autostradale ridotto per le due ruote. Cosa che è effettivamente scontata, trasporto a pieno carico meno della metà delle persone e della merce, volendo essere ancor più banale potrei dire che l’attrito delle mie sole due ruote consuma la sede stradale la metà rispetto ad un’auto, eppure pago come fossi con la mia sw (o un minivan 9 posti/furgoncino, vedete voi!).
Poi tutto un susseguirsi di iniziative: gli adesivi, la parata al Mugello, Eicma 2016, le raccolte firme… e io sempre a seguire col mio caffè mattutino ed il fedele tablet, emozionato, grato a chi si stava dando da fare e dispiaciuto di avere così poco tempo libero e non poter essere nel numero degli attivi.
La cosa si stava mettendo così bene che ero davvero riuscito ad accantonare il mio proverbiale scetticismo, in favore di un ottimismo speranzoso. E non è tanto per il risparmio, per quello che è il mio utilizzo delle moto avrei risparmiato davvero poco con lo sconto del 50%. Ormai la cosa aveva la connotazione di una romantica ricerca della giustizia, della parità. Ne parlavo con amici, parenti, colleghi e chiunque mi capitasse a tiro.
Avevo davvero sposato l’idea. Ed è proprio per questa ragione che la mia delusione è stata così grande.
Quando ho letto dei termini dello sconto sul pedaggio il mio amato caffè mattutino è improvvisamente diventato amaro. Non solo lo sconto era del 30% invece che del 50%, ma con delle condizioni che potrei definire tiranniche: sconto solo a chi è dotato di telepass (quindi turisti stranieri esclusi a priori) e soprattutto solo associando al telepass unicamente la targa della moto. E si, ho detto proprio della moto. Chi come me ne possiede più di una non può comunque limitare il costo ad un telepass per l’auto ed un altro per le due moto, ma deve avere (e pagare!) svariati apparati.
Voglio fare i conti per il caso standard della sola auto più una moto, e andare quindi a presentarvi quanto possa costare la scelta di aderire allo sconto sul pedaggio per le moto.
Il costo del solo apparato telepass è pari ad € 1,26 al mese, quindi € 15,12 annui. Una spesa che quasi tutti affrontiamo volentieri, per la comodità ed il risparmio di tempo che otteniamo in cambio. Aggiungere il secondo apparato costa € 2,10 euro mensili, perché viene attivata in automatico l’opzione premium. Rimane la possibilità di escluderla in un secondo momento, ma il canone del solo apparato non viene più scontato ad € 0,60. Per brevità in questa disamina voglio considerare comunque il prezzo pieno del secondo apparato come da attivazione, ipotizzando che non tutti si informino sulla possibilità di recedere dall’opzione premium. Calcolando quindi il costo annuale abbiamo un esborso di solo abbonamento pari ad € 40,32. Insomma, il costo fisso diventa poco meno del triplo per avere un risparmio del 30% sui viaggi che forse verranno effettuati durante l’anno. Per la cronaca, per pareggiare tale costo maggiore bisogna totalizzare durante l’anno pedaggi con la sola moto per un totale di € 84, decisamente non una casistica comune. Tra quelli che avrebbero potuto godere di questa promozione ci sono sicuramente i pendolari, che già hanno una scontistica a loro riservata. Ovviamente le promozioni per i pendolari e per i motociclisti non sono compatibili tra di loro, quindi è necessario scegliere a quale aderire.
Ma la cosa che mi lascia più perplesso del regolamento è che viene chiarito che la promozione può essere attivata solo dietro presentazione della carta di circolazione del motoveicolo che dovrà aderire. Un po’ come dire che registrare un mezzo targato AA 00000 oppure uno targato AA 000 AA possa generare confusione. E ancora: le f.a.q. sul sito istituzionale ci avvisano che non solo tutti i passaggi degli apparati con la promozione verranno registrati e controllati manualmente, ma che “L’utilizzo su targhe diverse da quella dichiarata provocherà la sospensione del diritto alla modulazione e l’applicazione di penali, fermo restando il diritto delle Concessionarie alle eventuali azioni civili, amministrative e /o penali, ove ne ricorrano i presupposti.”. Insomma, loro controllano ogni singolo passaggio per verificare che non li si stia truffando passando con un’auto (o un’altra moto in mio possesso, che sarebbe più che legittimo) ma non possono utilizzare questa enorme mole di lavoro per decidere se il mio telepass in quel momento era montato su un’auto o una moto e di conseguenza addebitare il passaggio pieno o scontato.
Ma ecco il paradosso più grande, che tutta l’attenzione sulla questione abbonamenti rischia di far passare in secondo piano: il caso in cui io mi presentassi ad un casello di quelli vecchia concezione per pagare il pedaggio.
Dai, lo conoscete tutti! Ormai lo considerate estinto e probabilmente lo avete rimosso, come il telefono a gettoni o il gesto di aprire la portiera dell’auto utilizzando la serratura accanto alla maniglia. Eppure vi garantisco che esistono ancora, e sono proprio uguali a quando portavate i pantaloncini ed i vostri genitori vi portavano in colonia.
Supponiamo, dicevamo, che io mi presentassi ad uno di questi portali preistorici. Farei la mia bella coda, suonerei il clacson imprecando in dialetti vari, litigherei coi vicini di coda, mi perderei tra i miei pensieri fissando il vuoto e non seguendo il lento movimento del serpentone… insomma si, mi comporterei come tutti gli altri. Arrivato finalmente di fronte alla sbarra biancorossa potrebbero accadere due cose:
Potrei tirare su la visiera del casco e aprire tutte le cerniere possibili, così da respirare un po’ perché la moto in colonna scalda un casino. Tenere 240 kg fermi con le gambe per cercare il biglietto del casello di entrata in 300 tasche, finalmente trovarlo, porgerlo all’addetto, aspettare che il pannello a led mostri l’importo da pagare (gli addetti dei caselli non parlano mai! Non salutano, non comunicano il totale e nemmeno tossiscono. L’unica reazione la hanno quando chiedi la ricevuta, è lì che ti guardano come se gli avessi fatto un torto personale) e ricominciare a cercare nelle 300 tasche della giacca da turismo i soldi per pagare. Fatto tutto questo finalmente la sbarra si aprirebbe e in fretta e furia inizierei a richiudere le cerniere, mettere i guanti ed abbassare la visiera, per la paura che la sbarra si abbassi e sia necessario ricominciare tutto da capo.
Oppure potrei arrivare fresco e riposato, coccolato dai comodi sedili in pelle, abbassare il finestrino e congelare i voluminosi baffoni del casellante con la potenza del mio climatizzatore come nella pubblicità dei chewing-gum. Sentirei l’asfalto scricchiolare sotto i 1700 kg della mia giardinetta, ben distribuiti su quattro ruote. Mi guarderei intorno ed individuerei facilmente il pezzettino di carta tra i comodissimi cassettini sparpagliati per il cruscotto. Mi girerei verso l’addetto, lo guarderei in quei suoi occhioni annoiati e gli consegnerei tagliando e monetine, festeggiando pochi secondi dopo la libertà guadagnata con l’apertura della sbarra (ma perché anche stavolta mi ha guardato male quando gli ho chiesto la ricevuta??).
Miseriaccia, non vedo proprio come il casellante avrebbe potuto accorgersi della differenza tra i due casi. Nel dubbio meglio negare lo sconto del 50% sul pedaggio anche a quella che è palesemente una moto.
Del 30%, scusate. Mi è davvero rimasto dentro.