La tendenza negli acquisti di moto, facendo ricorso alle finanziarie, è in aumento. Vengono consigliati i finanziamenti a tasso variabile in base al principio che la moneta europea sarà sempre più forte e meno costosa. Ma sarà proprio così? L’Europa terrà? Chi gestisce denaro non è affetto da misantropia.
Gli italiani hanno i conti sempre più in rosso, ma la voglia di moto rimane. C’è qualcuno pronto ad accorrere in loro soccorso, ma a che prezzo! Letteralmente sono le finanziarie di credito al consumo.
Consentitemi di partire con un assunto: la moto, in tempi di cinghie tirate più e più volte è sempre più un lusso. Ed esattamente come tale viene trattato dai consumatori, che dopo aver ridotto quanto più possibile le spese per vivere hanno cominciato a rinunciare anche alla presenza del motoveicolo in garage.
A ridosso di EICMA, l’Esposizione Internazionale del Ciclo, Motociclo e Accessori, Compass ha rilasciato un comunicato stampa dai toni entusiastici: il settore scooter e moto ha avuto un’impennata non solo come volume dei finanziamenti erogati, ma anche come valore del singolo prestito.
Nello specifico, il primo semestre del 2017 ha visto erogare il 14,5% in più di crediti al consumo, raggiungendo 250 milioni di euro. Cifra che presa da sola forse non è eloquente quanto invece lo è quando accompagnata dall’altra statistica:
“Nel 2016 la media degli importi finanziati per l’acquisto di motocicli è pari a 3.876€ (+3,9% vs 2015), un valore secondo solo al settore auto ma al di sopra dell’arredamento (2.394€) e dell’elettronica (888€).”
La sintesi, in parole comprensibili, le famiglie italiane si indebitano per acquisti di importi irrisori, che fino a pochi anni fa sarebbero stati sicuramente oggetto di pagamenti in contanti come da tradizione del nostro Bel paese. E queste sono le famiglie fortunate, quelle che hanno delle buste paga da cui attingere in caso di insolvenza e un buon rapporto redditi/impegni economici. Dalle finanziarie solo su queste basi vengono considerate affidabili. Le altre famiglie devono rinunciare agli acquisti.
Sempre dai numeri di Compass un’altra statistica fa riflettere: “nel 2016 è stato registrato un aumento del 5,6% dei finanziamenti erogati per l’acquisto di un motociclo, superiore alla crescita registrata sulle vendite complessive del comparto (3,8%).”
Questo vuol dire che, per comperarsi una moto sempre più grande e costosa, la gente si indebita sempre di più.
Senza prestiti, lo conferma il loro comunicato, le vendite di moto si bloccherebbero: “crescono le vendite e il volume dei finanziamenti erogati; senza il credito al consumo il 50% rinuncerebbe all’acquisto”.
Se ne deduce che il mercato delle moto nuove è alimentato da soldi facili, presi a prestito, quattrini che si dovranno restituire, ma che, aiuta ad acquistare moto nuove; contestualmente l’usato (che le finanziarie rifiutano) va ad arricchire l’offerta di moto usate sempre più numerose.
Col costo del denaro così basso va benissimo, ma prima o poi bisognerà certamente fare i conti con tassi diversi dagli attuali. Per fortuna di chi compra, c’è l’Europa, perché se non ci fosse, con i tempi che corrono in Italia, l’aumento dei tassi galopperebbe.
I centri convenzionati Compass, prevedono che il numero di finanziamenti erogati aumenteranno nel corso dei prossimi 12 mesi. Parlare di futuro è un azzardo, ma è una notizia di questi giorni che i mutui casa a tasso variabile hanno superato quelli a tasso fisso è un segnale chiaro per chi di numeri se ne intende, ovvero, in Compass, lo dicono ai loro clienti, l’Europa manterrà il costo del denaro molto basso, a meno che, non sia l’eterna bufala del sistema finanziario, convinti che il dottor Mario Draghi, prima o poi, dovrà svalutare, seguendo così l’esempio di Paesi come gli Usa e la Russia.
Il problema vero è chi coi numeri è poco avvezzo o comunque non si impegna per comprendere l’impegno che sta per prendere. Volantini appariscenti, punti vendita scintillanti e rate che paiono poco impegnative possono far cadere in inganno chi pensa di fare l’affare della vita.
Bisogna armarsi di calcolatrice e capire esattamente quali sono esattamente gli importi che andranno resi e perché. Fortunatamente gli obblighi di legge (le famose “righe scritte in piccolo” che i genitori raccomandavano sempre di leggere) rendono l’informazione al consumatore sempre più completa. Ma se TAN e TAEG espressi obbligatoriamente in percentuale non sono abbastanza chiari per capire l’esborso a cui si andrà incontro il calcolo da fare è semplicissimo: [(N° rate x Importo Rata) + spese varie] – Capitale finanziato = interessi e costi.
Un esempio: 5000€ richiesti a Compass con l’impegno di restituzione in 24 mesi si traducono in una rata di 235,10€. Calcoliamo interessi e costi vari, che determinano i valori dichiarati di TAN 9,90% e TAEG 13,33%:
[(24 mesi x 235,10€) + 5*] – 5000€ = 647,4€
Lo stesso importo, restituito in 48 mesi determina un importo mensile di 129,10€, davvero invitante. Ma… conviene? Solito calcolo:
[(48 x 129,10€) + 5*] – 5000€ = 1201,8€
Un affare? Per Compass di sicuro, sottostimando l’introito medio pari al 6% del capitale erogato (ci sono alcune iniziative a tasso ridotto, o addirittura azzerato) in base ai dati dichiarati si può presumere un incasso di circa 15 milioni di euro derivante solo dalle operazioni dedicate a moto e scooter nel corso del semestre I – 2017.
Dato che risulta allineato rispetto agli utili dichiarati, ovviamente riferiti a tutti i campi di azione della società.
Post Scriptum:
* i 5 euro di spese varie (spese di incasso rata, invio comunicazioni di legge, ecc) sono stati successivamente inseriti solamente a scopo esemplificativo della formula aritmetica e non sono stati ricavati dal sito Compass. Dato che sostanzialmente 5€ non hanno alcuna influenza sulle percentuali di costo per il cliente finale è stata mantenuta la dicitura “un esempio reale” anche se il costo effettivo del credito risulta rispettivamente pari a 647,4