Dainese non ha più nessuno in fila per l’acquisto. E sta tagliando tutti i costi possibili mentre abbassa i prezzi dei prodotti in attesa che qualcuno torni alla carica. Alpinestars ha dato mandato ad una banca d’affari internazionale (BAIRD) di cercare finanziatori. E come tutti i concorrenti soffre di cali di fatturato preoccupanti. Qualcuno ipotizza addirittura che per superare l’impasse, ora le due aziende possano anche essere vendute a pacchetto… E intanto altri marchi storici del Made in Italy, come GIVI, potrebbero passare di mano.
Nonostante il veloce recupero delle vendite delle moto che si sta registrando e che probabilmente consentirà al mercato di chiudere a fine anno con una perdita a cifra singola, la crisi generata dalla pandemia ha segnato profondamente il nostro mondo. Che già prima del lockdown se la passava piuttosto male.
Fra i settori più depressi, già da anni, quello dell’abbigliamento. Chi ci segue con regolarità sa già delle difficoltà che il fondo Investcorp, proprietario dell’80% di Dainese, sta trovando a piazzare l’azienda al prezzo desiderato. Se vorrà venderla dovrà abbassare di molto la sua richiesta di 400 milioni. Insomma, dovrà rinunciare al suo proposito iniziale di farci sopra una bella cresta. E nel frattempo, visto che tutti i pretendenti si sono ritirati già ben prima della pandemia, l’attuale management sta tagliando (già da un paio di anni a dire il vero) a più non posso i costi e sta praticando una politica dei prezzi al ribasso. Ma questa, quando funziona, è una strategia che può andar bene per sistemare i conti nel breve periodo. Infatti dal 2016 al 2018 Dainese è passata da un bilancio in perdita di 5 milioni ad un attivo di 6 milioni.
Alpinestars non se la passa molto meglio, anche se ha sempre avuto bilanci in ordine e da diversi anni fattura più di Dainese. 175 milioni contro 170 nell’ultimo bilancio depositato (relativo al 2018). L’azienda è ancora saldamente guidata da Gabriele Mazzarolo, figlio del fondatore Sante, morto pochi mesi fa. A Gabriele si deve l’intuizione, molti anni fa, di sbarcare in California per conquistare il mercato USA. Ha iniziato con gli stivali da cross e poi ha inventato la linea di abbigliamento casual. Ed ha anche ampliato da diversi anni il suo portafoglio prodotti verso l’abbigliamento tecnico per le quattro ruote. Sue le tute, i guanti e le scarpe ignifughe di mezza griglia in Formula Uno.
Ma il Covid ha colpito duro anche L’Alpinestars. Si parla di un calo di fatturato fra il 20 e il 25%… Non ci stupiamo, quindi, del fatto che Alpinestars abbia dato mandato alla banca d’affari BAIRD di cercare investitori sul mercato. Sembra che Alpinestars sarà messa in vendita entro fine anno, o al massimo nel 2021. Ma come nel caso di Dainese, ci pare difficile trovare investitori capaci di riconoscere valori ottimali per chi vende ad aziende che non garantiscono più una redditività elevata e che combatto ogni giorno con una concorrenza sempre più vasta e agguerrita.
Il settore abbigliamento è in grandi difficoltà già da tempo.
Quello dell’abbigliamento moto è infatti un mercato maturo, molto competitivo, dove ogni giorno qualcuno si inventa un nuovo modello di business, dove acquisizioni e cessioni sono ormai all’ordine del giorno. Ed è un mercato senza grandi possibilità di crescita. Soprattutto per chi, come Dainese e Alpinestars, si è sempre rivolto alla fascia nedio/alta dei consumatori. Insomma, difficile immaginarle impegnate a sgomitare nei mercati più poveri nella fascia di prezzi più bassi , che al momento sono gli unici in vera espansione nel settore moto. Una situazione difficile, per uscire dalla quale pare che qualcuno, negli uffici delle banche d’affari, stia anche immaginando di lavorare ad una possibile vendita congiunta, o ad un accordo fra le due aziende.
Alpinestars e Dainese, unendosi in qualche modo, potrebbero ridurre significativamente alcune voci di costo importanti (tagliando tutti o quasi i “doppioni”, dal management alla rete di fornitori, alla logistica, ecc ecc), senza rinunciare troppo alla loro identità. Alpinestars e Dainese, infatti, pur avendo un modello di business abbastanza simile, non hanno un mercato completamente sovrapponibile. Dainese (almeno fino a ieri) si è dedicata ai motociclisti più raffinati. Quelli disposti a spendere di più per avere il massimo. Alpinestars invece, pur non rinunciando alla qualità, batte fasce di prezzo leggermente più basse e si rivolge mediamente ad una clientela più giovane.
Insomma, l’unione fra queste due aziende leader potrebbe essere una idea da esplorare. Anche se difficile da realizzare, ben sapendo che nel loro percorso di crescita e sviluppo praticamente parallelo si sono sempre fatte una guerra senza esclusione di colpi. Ma se ben gestita (magari da una figura terza, un grande investitore che le acquisisca entrambe, ad esempio) potrebbe far nascere un polo mondiale dell’abbigliamento sportivo.
Anche GIVI potrebbe passare presto di mano.
C’è un altro pezzo importante della storia recente del nostro comparto industriale che potrebbe cambiare proprietà. Parliamo di GIVI, il marchio bresciano famoso per i bauletti, fondato da Giuseppe Visenzi. Sono almeno un paio di anni che si parla di un passaggio di mano del gruppo che fattura una novantina di milioni l’anno. Esattamente da quando Visenzi ha ristrutturato struttura e governance dell’azienda che ha condotto personalmente dal 1978 ad oggi. Si era parlato anche di una possibile quotazione in borsa, cosa poi mai avvenuta. Non abbiamo notizie precise, ma delle due pare più probabile una cessione in tempi neanche troppo lunghi.