La BMW GS divide il mondo in due. La si ama o la si odia. Ma basta provarla una volta per capire che se continua a rimanere sulla cresta dell’onda da 40 anni, c’è più di una ragione. Checché ne dicano i suoi detrattori.
40 anni fa nasceva la R80 G/S. Primo esemplare di una famiglia che ha letteralmente conquistato il mondo. Ma lo ha anche diviso in due fazioni. Fra chi non l’ha mai guidata, infatti, c’è chi la sogna anche se non può comprarla e c’è chi la odia e la denigra per partito preso. Sui social — almeno in Italia — il tema BMW GS viene dibattuto da anni. Addirittura c’è chi afferma che venga comprata solo ed esclusivamente da chi motociclista non è. Sarebbe, secondo la tesi di molti, una moto da “fighetti”, che si compra perché è di moda e perché rappresenterebbe uno status symbol, soprattutto per il marchio che porta sul serbatoio.
Sono tanti anche quelli che, a sostegno di questa tesi, la criticano perché sarebbe piena di difetti e poco affidabile. Quindi, chi la compra, secondo loro, non capisce niente di moto e fa un pessimo affare.
Però, nonostante questa annosa diatriba, rimane il fatto che la GS è la moto più desiderata da tanti anni, e non solo in Italia. E questo lo certificano i numeri. Basti dire che già nel 2014 ha raggiunto i 500.000 esemplari prodotti. E se continuerà ad essere venduta ai ritmi attuali potrà presto raggiungere quota 1.000.000!
Insomma, è sicuramente il numero uno del mercato di tutti i tempi, se si escludono dalla contesa scooter economici e storici come l’Honda Cub.
Allora, visto che chi l’ha comprata e usata negli ultimi 40 anni ne conosce bene pregi e difetti, con questa nostra prova fuori dagli schemi consueti della R 1250 GS proviamo a spiegare “Sua Maestà GS” a chi non l’ha mai avuta, usata, provata.
Perché la BMW GS è la più desiderata?
Partiamo dando ragione a chi, nel successo della GS, vede anche una componente modaiola. Succede con qualsiasi prodotto. Più se ne vendono, più cresce la voglia in chi non ce l’ha ancora. Inevitabile. Ma per superare la soglia critica, cioè per arrivare a venderne così tante da generare il desiderio di emulazione, bisogna che il “prodotto” abbia delle intrinseche caratteristiche di consistenza.
È la più bella?
Fermo restando che il giudizio estetico può lasciare il tempo che trova, non si può dire che sia mai stata la moto più bella.
Anzi, forse possiamo azzardare che la GS è riuscita a fare della sua bruttezza sguaiata e scoordinata una icona. Perché, diciamoci la verità, la GS è sempre stata brutta. Ma è sempre stata coerente alla sua “bruttezza”. La prima R 80 G/S era scarna e priva di qualsivoglia appeal stilistico. E in tutte le fasi di evoluzione successive è anche peggiorata. Fino all’arrivo del “becco” anteriore copiato dalla Suzuki DR 750 Big che la caratterizza ancora oggi.
Il suo è comunque uno di quei “brutti” che piace, che affascina, che crea tendenza. E man mano che si evolveva, la GS diventava sempre più sgraziata ed essenziale. Oggi possiamo dire che la sua “bellezza” sta proprio nella mancanza di ogni inutile orpello al di fuori di quel frontale a becco di cui ormai si è impossessata quasi fosse un suo stilema originale.
La GS, in definitiva, altro non è che un telaio, due ruote, una sella, un grande serbatoio ed un “becco”. Un panorama quanto mai scarno, se non fosse che tutti questi elementi sono sistemati intorno al motore boxer BMW. Che, paradossalmente, è l’unico elemento estetico della moto. Ed è proprio questo che piace ai motociclisti: l’estetica della meccanica, del metallo a vista, che sono il fulcro del suo fascino.
È la migliore scelta?
Di pregi la GS ne ha tanti. Li ha sempre avuti a dire il vero. Primo fra tutti l’idea originale della R 80 G/S del 1980 di proporsi come “moto totale”. G/S stava infatti per Gelände/Straße, ovvero Fuoristrada/Strada. Ma le GS hanno sempre avuto anche parecchi difetti. La progenitrice, ad esempio, praticamente non frenava, tutte le versioni hanno messo in mostra un cambio pessimo nell’azionamento e quest’ultima R 1250 GS ha fatto dannare i centri di assistenza con gravi problemi alla trasmissione e tanti richiami di elettronica. Ma gli ingegneri tedeschi sono sempre riusciti nella magia di rendere i pregi sempre più evidenti e i difetti sempre meno importanti agli occhi dei clienti.
Grazie al poderoso marketing BMW (che sfrutta naturalmente il “peso” che le deriva dalla divisione auto) siamo — erroneamente — portati a pensare che BMW significhi affidabilità “tout court”. In realtà non è così. Le BMW, comprese le GS, si rompono e hanno difetti né più né meno delle concorrenti. La differenza sta nel comportamento del cliente e nella gestione del difetto da parte della Casa.
L’utente di una moto italiana, se si rompe, si lamenta e denuncia pubblicamente. L’utente BMW, mediamente, se la sua moto si rompe, si vergogna e prende appuntamento dal concessionario in piena notte per non far sapere agli amici che la “sua” moto si è rotta, sentendosi quasi in colpa…
Potenza del marketing, direte! In parte è vero, ma bisogna anche dire che nessuno come BMW, almeno nel mondo moto, ammette i suoi errori e vi pone rimedio. La cura, la linearità dei comportamenti, la precisione, la correttezza e l’attenzione al cliente sono frutto di un “customer care” che non ha eguali. Senza “customer care” il marketing fine a se stesso può funzionare per un breve periodo. Non per 40 anni…
Qual’è il segreto della GS?
Una GS di soddisfazioni al suo proprietario ne dà a piene mani. Una volta in sella si “sente” di guidare qualcosa di veramente consistente. Sia dal punto di vista dinamico che dal punto di vista della sfruttabilità. Non è la più leggera, non è la più potente, non è la più comoda, non è più una moto adatta “anche” al fuoristrada, e forse oggi ha perso anche lo scettro di adventure più efficace nella guida “allegra” su strada. E, ciliegina sulla torta, è la più cara in assoluto.
Quindi, per ognuna di queste “voci”, troviamo qualcosa di meglio nelle moto della concorrenza.
Ma la GS ha un segreto: qualunque cosa gli si chieda di fare la fa bene, spesso benissimo. È, senza ombra di dubbio, la moto che nell’uso regala più soddisfazione al maggior numero di motociclisti. Qualunque sia la loro estrazione e la loro passione a due ruote. E tutti, ma proprio tutti, ogni volta che la guidano, sorridono! Perché il mix di personalità estetica e dinamica, la sensazione di avere fra le mani un oggetto utile e “vivo”, la capacità che ha questa moto di trasformare qualsiasi percorso, anche un banale casa-ufficio in città, in una vacanza della mente, sono davvero unici. Il suo segreto è che è fatta per i motociclisti nel senso più largo possibile del termine.
Non è facile spiegarlo e capirlo se non si ricorda il concetto iniziale che BMW voleva esprimere con la prima R 80 G/S. Cioè la “moto totale”. Quando guidi una GS hai davvero la consapevolezza che se “tu” sei in grado e hai voglia di fare qualcosa, lei ti segue e ti sprona a farlo. Escludendo naturalmente gli estremismi.
In più, tanto per giustificare in parte il suo costo esagerato, ad ogni versione la BMW GS aggiunge qualche chicca. E, cosa importante, ogni versione è sempre stata migliore di quella che l’ha preceduta.
Con il crescere della cilindrata da 800 a 1000, poi 1050, 1.100, 1.200 e infine 1.250, il suo motore boxer ha raggiunto picchi di eccellenza nel rendimento davvero notevoli e sempre più piacevoli. Fino ai 136 CV e 143 Nm di potenza e coppia massima attuali. Inoltre, le sospensioni elettroniche proposte su questa ultima 1250 sono spettacolari nel loro rendimento. Vai piano e sei su una piuma. Vai forte e guidi una sportiva!
Per non parlare poi della qualità del pannello TFT che fa da strumentazione e della intuitività e facilità d’uso del sistema a rotella scelto per la sua gestione e sistemato sul blocchetto elettrico di sinistra.
Oppure, ad esempio, non si può evitare di annotare la semplicità e la velocità con cui puoi variare l’altezza della sella o del plexiglass del cupolino. E di questi esempi potremmo citarne decine.
Insomma quando guidi una GS, hai sempre nettissima la sensazione che sia stata progettata da un ingegnere motociclista. Non soltanto da un bravissimo ingegnere.
Ma come si giustifica il prezzo della BMW GS?
Aanalizziamo il costo della GS. A parità di allestimenti e dotazione tecnica la GS 1250 (così come è sempre stato per tutte le GS che l’hanno preceduta) è sempre più cara (o molto più cara) delle concorrenti. Se vogliamo trovare una giustificazione razionale a queste differenze, non la troveremo mai. Semplicemente, BMW sa sfruttare bene la classica situazione della domanda più forte dell’offerta. E fa bene. Chiunque sarebbe felice di farlo al suo posto.
Per comprare una BMW GS servono come minimo 18.150 Euro, ma basta lasciarsi tentare da qualche accessorio, come sulla moto da noi provata, e si sale facilmente ad oltre 20.000 Euro. Tanti.
Ma c’è sempre modo di consolarsi sapendo che questa moto mantiene un valore dell’usato decisamente più alto in proporzione rispetto alla concorrenza. Insomma, incredibile a dirsi, acquistare una GS a volte potrebbe essere anche un buon investimento…
Quindi, possiamo concludere dicendo che se la GS ha festeggiato 40 anni e centinaia tentativi di imitazione, tutti vissuti, o sopravvissuti, non più di un paio di lustri, una spiegazione c’è.
La BMW GS è l’unica moto capace di gratificare qualunque tipo di motociclista rendendosi utile e piacevole da usare. A prescindere dai tanti suoi pregi che possono elencare i suoi fan e dai tanti difetti che possono elencare i suoi detrattori. Fra i quali, in molti dovrebbero provarla per capire che c’è sempre posto nel garage di chiunque di noi per una moto come questa.