DAINESE ha citato in tribunale ALPINESTARS. L’azienda di Molvena (Vicenza), si presume per non sottostare alla lentezza dei tribunali italiani, ha trascinato l’azienda trevigiana davanti a un tribunale tedesco, che alla luce dei brevetti depositati sull’airbag elettronico da Dainese, ha condannato ALPINESTARS a ritirare dal mercato tutti i prodotti distribuiti.
Solo di nome le due aziende sono italiane, in effetti Dainese è di proprietà di un fondo arabo che non sa dove investire i ricavi del petrolio, mentre Alpinestars, con la scomparsa del fondatore Sante Mazzarollo, ha trasferito il suo Head Quarter in California.
A seguire la decisione del tribunale tedesco si scateneranno in Europa e nel mondo cause “Milionarie”.
Questo è quello che succede quando le aziende si trasformano da industriali a strumenti per fare o perdere quattrini.
Mentre in pista sono obbligatori, su strada, in Europa, gli air bag elettronici non sono riconosciuti.
Peccato!
E tutto questo perché mentre le due aziende erano impegnate a “scannarsi” su chi avesse il merito di aver portato l’elettronica negli air bag, la politica europea (col supporto o il non supporto delle associazioni di categoria) “si dimenticava” e non inseriva nell’abbigliamento protettivo omologabile per motociclisti proprio questi strumenti, inserendovi invece il più classico, collaudato e forse più sicuro air bag meccanico.
C’è uno scontro in atto anche sulle regole a legiferare su viabilità e sicurezza, e, sulla costruzione dei caschi fra le federazioni sportive da una parte, e, dall’altra i ministeri competenti col supporto delle associazioni Confindustriali: c’è in atto uno scontro sui caschi dei piloti, diversi da quelli che utilizza il motociclista tutti i giorni.
Può sembrare incredibile ma è vero, le nuove omologazioni richieste da FIM (Federazione Motociclistica Internazionale) per i caschi costringono le aziende a fare di uno stesso prodotto due versioni diverse per amateur e professionisti.
E l’ignaro motociclista, convinto di avere in testa il casco del suo campione, prende una fregatura perché con i caschi omologati per la pista non si può circolare su strada!
Un sistema becero/imbecille perché con la doppia omologazione i costi lievitano a dismisura, costi che pagheranno i consumatori solo per mantenere incapaci burocrati.
Di questo abbiamo cercato di parlare con i responsabili delle aziende interessate e con la FIM che come sempre si sono detti indisponibili a discutere di queste cose non molto importanti per il loro futuro professionale.
LA MAIL RICEVUTA DAGLI AVVOCATI DI DAINESE, INTERPELLATA PER UN COMMENTO ALPINESTARS HA RISPOSTO
“AL MOMENTO NON ABBIAMO ALCUN COMMENTO DA FARE”
LA CORTE DI APPELLO DI MONACO CONFERMA LA SENTENZA
CONTRO ALPINESTARS RIGUARDO LA VIOLAZIONE DI BREVETTO
Dopo una lunga battaglia giudiziaria, anche la Corte d’Appello di Monaco (dopo la sentenza della Corte di Monaco di primo grado dell’agosto 2017) ha confermato con sentenza emessa il 7 febbraio 2019 che i Gilet airbag Tech-Air™ Street (per uso stradale) e Racing (sia per uso pista che stradale), prodotti e commercializzati da Alpinestars, violano la porzione tedesca del brevetto Europeo Dainese EP 2412257B1.
Questa sentenza viene emessa dopo che la Corte Federale Brevettuale tedesca aveva precedentemente confermato la validità di tale brevetto Dainese in un separato giudizio di validità; decisione che Alpinestars ha impugnato. La sentenza della Corte d’Appello sulla contraffazione dei Gilet Tech-Air™ Street e Racing è impugnabile solo di fronte alla Corte Suprema Federale.
La Corte d’Appello, con sentenza esecutiva in favore di Dainese sulle questioni essenziali del contenzioso, ha intimato ad Alpinestars:
1) di interrompere la commercializzazione dei Gilet airbag Tech-Air™ Street e Racing in Germania;
2) di ritirare dall’intero mercato tutti i Gilet Tech-Air™ Racing e Street commercializzati in Germania dal primo luglio 2015, ancora in possesso dei negozianti tedeschi;
3) di risarcire tutti i danni sofferti da Dainese a seguito della vendita dei Gilet Tech-Air™ contraffatti Alpinestars sin dal primo luglio 2015.
Questa sentenza è una vittoria importante per Dainese e si inserisce in un contenzioso brevettuale più ampio contro Alpinestars in Germania, Italia, Regno Unito e Francia.